Per Lorenzo e per Giovanni

 

I commenti che Lorenzo e Giovanni hanno fatto su FB al mio precedente post su “Fede e Morale” sono sintetici ma intelligenti e meritano un intero post di risposta. Scrive Lorenzo: “La domanda  è cosa continui ad andarci a fare (o magari credi davvero abbiano loro il potere di trasfondere il verbo?)”; e Giovanni: “Lorenzo… Il rito è una cosa, le persone che lo praticano tutta un’altra”.

Ho letto un’intervista ad Ennio Morricone (su “Sette” del 10 agosto 2012) il quale dice: “Penso una cosa molto azzardata. Che tutto quello che scrivono i compositori esiste già, non si inventano niente…Il compositore prende le misure del suo intelletto, della sua tecnica e della sua fantasia ma la musica che alla fine scrive è già scritta nella natura, è nel mistero di questa arte”. Attraverso il compositore, è la musica che già pervade il cosmo a manifestarsi ai sensi materiali.

La musica cosmica è un’emanazione del Verbo. Il Verbo, come lascia capire Lorenzo, vibra ovunque nell’universo, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo. Ma in noi le sillabe che lo compongono sono impresse profondamente. Noi siamo parte del Verbo ed abbiamo la capacità di vibrare all’unisono con Lui. Eppure non ne abbiamo consapevolezza e lasciamo che le sillabe immerse nel nostro profondo non vengano pronunciate e rimangano mute ed inerti.

E’ la ricerca di queste sillabe il senso del motto alchemico riassunto nella parola VITRIOL: “visita interiora terrae, rectificando invenies occultum lapidem”. Immergiti con la meditazione nel profondo del tuo essere e lavorando troverai la pietra nascosta. Quella Pietra diventerà la testata d’angolo del tuo edificio.

Come attraverso il compositore la musica si manifesta, così attraverso i riti si manifestano le sillabe del Verbo. I riti sono una, ma non l’unica, delle porte che guidano allo scrigno dove le sillabe sono custodite ed alla loro pronuncia.

L’Eucaristia è la porta più ampia. Attraverso di essa il Verbo effonde in noi, ed attraverso di noi attorno a noi, quella potenza che è la stessa che dette avvio al cosmo e continuamente muove il vortice dello spazio – tempo, all’interno del mare infinito di energia senza spazio e senza tempo.

Come dice Giovanni, l’Eucaristia spalanca la porta a prescindere dalla santità e dalla consapevolezza del ministro che officia il rito sacro.  Ciò che conta è la consapevolezza di chi partecipa al rito. Ove più persone partecipino con la stessa intensità spirituale, l’energia si diffonde con più vigore. Ma se anche uno solo aprirà la porta, ecco che le sillabe nascoste cominceranno a danzare dentro di lui, ad articolarsi ed a comporre il Nome del Verbo.

Il rito cattolico è tutto finalizzato alla manifestazione del Verbo: all’inizio la lettura della parola scritta nei libri sacri, che induce al cambiamento interiore ed alla consapevolezza, quindi gli inni e la preghiera che accompagnano ed aiutano l’immersione nel profondo, infine l’iniziazione al mistero: l’Eucaristia.

E’ vero, Lorenzo, il Verbo è ovunque, eppure in certi luoghi sottili e nel rito eucaristico effonde la Sua potenza con più generosità e larghezza, vibrando con intensità maggiore. Prova, Lorenzo,nel pomeriggio della domenica a partecipare alla messa dei monaci nella cripta di San Miniato al Monte, a Firenze. Sono certo che avvertirai la potente effusione del Verbo, prima attraverso la preparazione del canto gregoriano, quindi attraverso l’armonia musicale dell’architettura sacra progettata per accoglierne la vibrazione, per giungere infine alla trasmutazione alchemica di quel supporto di pane, così esile e candido, in un veicolo di energia pura ed intelligente.

Così capirai perché anche oggi, solennità della Dormizione di Maria in questa Sardegna ancora così bizantina, mi sono recato al rito eucaristico e mi sono lasciato immergere nella vibrazione del Verbo, il cui abbraccio è dolce come un amplesso amoroso.

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