Un sufi riguardo alla Trinità…

 

 

In chiesa dissi a una cristiana rubacuori,

“O tu, che imprigioni cuori nella rete!

O tu, che alla catena della cintura porti attaccata

Ogni punta dei miei capelli, a una a una!

Per quanto seguiterai a non trovar la via

verso la divina unità? Per quanto ancora vorrai imporre

all’Uno la vergogna della trinità?

Come può esser giusto che si chiami l’Unico, il Vero Dio Padre,

Figlio e Spirito Santo?”

Aprì le labbra sue dolci e mi disse, mentre

ridendo dolcemente faceva sgorgare zucchero dalla bocca:

“Se tu sei consapevole del segreto dell’unità divina

non gettare su di noi lo stigma dell’infedeltà!

In tre specchi la Bellezza Eterna lancia un raggio

della Sua faccia splendente.

La seta non diventa tre cose diverse

a chiamarla parniyan, harir, e parand!”

Mentre così discorrevamo, questo coro

si levò dalla campana della chiesa vicino a noi:

“Egli è Uno, non vi è null’altro che Lui:

non vi è Dio fuorché Dio solo!”

 

Hatif Isfahani

 

I sufi si considerano musulmani ma anche cristiani esoterici. Essi usano il simbolismo della fanciulla e della bellezza per indicare il cammino verso la Sapienza, così come Dante aveva usato il simbolismo di Beatrice. La “cristiana rubacuori” è il cuore stesso del sufi, in cui si celano tutte le verità. Tutte le religioni, dicono i sufi, sono canali di acqua che provengono da un’unica fonte.

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