Virtualità e Virtù

Nel suo blog Del Visibile, Luigi Codemo, ha inserito un bellissimo post dal titolo Via Pulchritudinis 9, nel quale parla del movimento protestante degli Shaker americani e del loro celebre design, essenziale nella sua aderenza alla funzione. Lugi paragona la purezza scarna del funzionalismo Shaker con gli esiti del design e dell’architettura del cosiddetto movimento moderno, razionalista e funzionalista. Eppure proprio il Bauhaus  ha accompagnato l’esplosione di irrazionalità e di bestialità del nazismo. Oggi il design e l’architettura esplorano campi in cui la forma predomina sulla funzione, o comunque l’asseconda. Oggi più che ricerca della bellezza troviamo volontà di stupire con l’inusualità, con l’offerta di immagini che esaltino l’individualità. Mi sembra di sentire quel celebre verso del Marino che è la più centrata definizione del Barocco: “…è del poeta il fin la maraviglia…”. Come del poeta, così dell’architetto e dell’artista. Oggi siamo tornati ad un nuovo barocco, nel quale la forma e l’immagine che colpiscono l’immaginazione e la memoria sono determinanti. Perché la nostra società si fonda sulla pubblicità e anche le arti ne hanno assunto i metodi di lavoro. L’importante è vendere e vendersi: anche l’artista e l’architetto di fatto devono vendere il prodotto del cliente ed oltre a questo vendono se stessi. Per far questo devono eccitare l’immaginazione con forme che prevalgono sulla funzione, devono conseguire il mirabolante tralasciando l’essenziale. Quanto dovremo aspettare per veder crollare questo castello di carte, questa società che, diventata virtuale, ha dimenticato le virtù?

Oh mirabile, silenziosa, umiltà delle architetture cistercensi, le cui forme essenziali hanno l’unico scopo di accogliere la luce, che vi scivola assecondandone la purezza!

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