Due amanti
“Stasera due appassionati amanti, dopo essersi cercati ed inseguiti per giorni e giorni, si rividero sul mare.
Nessuno se n’è accorto; né io, che ho sorpreso il loro casto convegno, ne parlai ad altri per non adombrare di curiosità volgare la loro gioia serena.
Come avvenne? udite.
Il sole tramontava schietto e raggiava ugualmente verso tutto il cielo.
Nell’aria non v’erano nubi che tentassero ricoprirlo, ond’egli nella sua innocente nudità neppure arrossiva.
Per tanto quieto candore la gente non aveva cura né sguardi ed ognuno rimaneva al suo lavoro ed al suo intimo pensiero.
Io invece, che l’osservavo, lo vidi d’un tratto, già presso a sparire nel mare, gonfiarsi orgoglioso e farsi vivido e rosseggiante.
Mi volsi rapido ad oriente.
La luna piena era comparsa sopra i monti, pallida, evanescente nell’azzurro.
Una carezza di ardore le giunse improvvisa dal sole ed essa parve un petalo di rosa veleggiante.
In quel momento i due astri, nella loro pienezza si divisero la signoria del cielo.
Il sole ad occidente, la luna ad oriente.
Il sole fulgido di ardore, la luna pallida di languore.
Poi il sole calò precipite in mare.
La luna, guarita da quella carezza, cominciò ad incedere maestosa verso il colmo e più rifulgeva ad ogni passo ed imperlava di luccicori i monti, le foglie, le onde e le pupille.
O sole, o luna, o casti amanti che io non ho tradito, mi accoglierete benigni quando mi dissolverò nell’azzurro?”
da Guglielmo Vita “Dolce Versilia” Firenze 1932
Commenti (10)
angela cherubini
Queta nota mi fa pensare al solstizio.
Il Solstizio estivo è chiamato, per la ruota pagana delle Feste, Litha.In età precristiana questo giorno era considerato sacro al pari di un capo d’anno e da cui l’usanza di trarre dei presagi. Il Sole, simbolo del fuoco divino, entra nella costellazione del Cancro, simbolo delle acque e dominato dalla Luna dando origine all’unione delle due opposte polarità che si incontrano.
Il Sole è la parte maschile e la Luna quella femminile e il sole, al solstizio d’estate, raggiunge la sua massima inclinazione positiva. Simbolicamente questo fenomeno è rappresentato dalla stella a sei punte dove il triangolo di Fuoco e il triangolo dell’Acqua si incrociano.
Ognuno festeggi come crede, ma celebri la Natura in comunione col proprio Spirito.
Renzo Manetti
Il solstizio di estate è dunque caratterizzato dall’elemento maschile? e il solstizio di inverno da quello femminile?
angela cherubini
Il capricorno, porta del solstizio d’inverno, è un segno zodiacale femminile, mentre il cancro, porta del solstizio d’estate, è un segno maschile. Nel solstizio d’inverno la luce del sole, che si trova al suo minimo, inizia a salire, e così il femminino ascende sino all’ empireo. Nel solstizio d’estate la luce è all’apice ed inizia a discendere così il maschio scende verso l’abisso per unirsi nuovamente nell’eterno divenire. Corpi eterei, sigizie primordiale, in continuo movimento, armonia cosmica per perpetuare il divino.
E’ la Scala di Giacobbe
angela cherubini
L’amore vince la morte. Nel Cantico dei Cantici, allegoria della trasmutazione dell’uomo in Uomo, si legge:
“Chi è colei che sale dal deserto, appoggiata al suo diletto? Sotto il melo ti ho svegliata; là,
dove ti concepì tua madre, là, dove la tua genitrice ti partorì. Mettimi come sigillo sul tuo
cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli
inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi
acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo.”
Amore, abusata parola, mal interpretata. Amore confuso con passione sfrenata e travolgente. In realtà amore è silenzio, contemplazione, estasi. O forse amore è entrambe le cose, passione e estasi?
Esiste un’amore che procrea e un amore che genera, uno terreno e uno celeste?
Renzo Manetti
si, è la tradizione delle due Afroditi, l’una tesa alla generazione nella mente, l’altra alla generazione nella materia animata, la prima genera la sapienza, la seconda genera la vita. Ma in realtà tutto è VITA, sia la mente che il corpo, sia l’eterno che il mortale.
FRATRES TEMPLI
Non avendo di questi tempi la testa ‘in testa’.. copio e ripeto qualcosa di mio che mi pare pertinente.. dal solstizio d’estate di 9(5+4!) anni fa’…
….Talità Kum,  Puella surge, ( Marco, 5.41) alzati e cammina ma,  festina lente… affrettati lentamente, anima ‘in sonno’, verso  l’Alto Passo, il centro dell’incrocio.
Che ci faccio quaggiù schiavo delle passioni, se Tutto è laggiù, lassù ?
Le passioni ci attraggono al centro, ma non esiste centro senza circonferenza, a volte quadrata, e viceversa. Non si può pretendere di andare al centro delle proprie passioni, senza tener conto dell’altro, degli altri, della circonferenza, della periferia: quel cerchio perfetto, simboleggiato da Uroboros, che in circolo ogni cosa racchiude e rende viva, reale, pur nelle naturali opposizioni: bene e male, luce e ombra, alto e basso, dentro e fuori, amore odio…il Cosmo in divenire, dove tutto e nulla coincidono ma non si annullano, in una vibrazione incessante, nel fulgore glorioso della divina  Veritas , che… “ A poli opposti, opposti poli oppone “… in cerca di unità.
Errore illudersi di poter stare al centro eludendo la periferia. Errore illudersi di poter quadrare il cerchio, senza tener conto di questo spazio ricolmo, circoscritto e infinito. Errore di chi vorrebbe operare una fusione che solo in cielo, nei tempi ultimi, liberi dalla necessità, potrà operarsi; non qui e ora dove le opposizioni si oppongono, si attraggono e si respingono.
Sarebbe un suicidio del corpo e dell’anima, un’estinzione impossibile in vita, regno del  Solve et Coagula, sarebbe una innaturale frammentazione definitivamente separatrice, diabolica, un impietramento arimanico, vittoria delle forze infere, un tentativo tragico di annullare le diversità e le opponenti difficoltà, cristallizzandole nella fredda ripetizione senza contrasti, senza speranza, senza battaglia, invece di sublimarle attivamente nell’attesa paziente e certa della mistica  Conjunctio, le nozze mistiche nella Gerusalemme Celeste, tonda e quadrata, dove gli ET-ET si fondono nell’Unità, la vittoria finale, il premio dei giusti. Il Faust ci prova ad avere tutto e subito, in terra, ovviamente senza possibilità di riuscita.
Quaggiù, nel tempo del volgimento, serpeggiante è la via, irta di pericolosi miraggi e attraenti illusioni, non c’è rosa (né Rosai…) senza spine.
“ Empi ‘l bicchier c’hè vòto, vòta ‘l bicchier c’hè pieno, non lo lasciar mai vòto, non lo lasciar mai pieno. “, ma senza ubriacarsi, però. Marsilio Ficino mi tornò a mente passando di fronte a Villa La Loggia, luogo d’incontro dei Neoplatonici fiorentini, anche loro Fedeli d’Amor,
’che mòve ‘l sole e l’altre stelle .
Quell’ Amor di cui siamo poveri e perciò perennemente in cerca quale àncora di salvezza in questo mondo difficile e complicato, con pericoli imprevedibili ad ogni piè sospinto che ci costringono ad un continuo stato di difesa, spesso minando il carattere, togliendo il sorriso gioioso, spontaneo nei fanciulli, naturale forse nei semplici che non si pongono tanti problemi e prendono quel che gli capita e, forse vivono meglio. Dunque, Carpe Diem ? , ma come si fà, tutto scorre… Panta Rei…
Quell’Amor che ci sfugge di nuovo quando pensiamo di averlo trovato, Araba Fenice, e ci costringe ad un pellegrinaggio senza posa, una  caccia al tesoro nascosto , arrampicandoci sugli specchi della necessità, una  cerca infinita, senza spazio né tempo, un  Santo Graal  inaccessibile.
Appena dici Zen, già non è più; un attimo che racchiude passato presente e futuro, come il Solstizio…
Un attimo nell’eternità  fra il giorno meno lungo e il giorno più lungo; come il punto che non c’è, all’ incrocio dell’infinito Verticale con l’infinito Orizzontale,  nella Croce.
Si può sentire, forse vedere, ma non toccare…
Alessandro Rosai
FRATRES TEMPLI
Deh peregrini, che pensosi andate
Forse di cosa, che non v’è presente [223],
Venite voi di sì lontana gente,
Com’alla vista voi ne dimostrate?
Chè non piangete quando voi passate
Per lo suo mezzo la città dolente,
Come quelle persone, che neente
Par che intendesser la sua gravitate [224].
Se voi restate, per volere udire,
Certo lo core ne’ sospir mi dice,
Che lagrimando n’uscirete pui.
Ella [225] ha perduto la sua Beatrice;
E le parole, ch’uom di lei può dire,
Hanno virtù di far piangere altrui.
Renzo Manetti
grazie amici per i vostri commenti, anche per quello di Angela al post su Tempo e Reincarnazione, che mi sembra quasi da inserire dopo questo di Alessandro. Sono riflessioni così belle che meritano attenzione e commento. Mi riprometto di farlo fra qualche giorno, quando spero avrò un po’ più di tempo per leggerle con attenzione. Questi giorni sono per me frenetici di impegni che si accavallano. Scusatemi ed a presto parlare fra noi.
angela cherubini
Mi son ritagliata un momentino, stamattina, per leggere un sonetto, che ti copio, di G.B.Marino:
E ‘n lei, ch’arde e desia
già languida e smarrita,
d’un vasel di rubin tal pioggia versa
di gioia, che sommersa
in quel piacer gentile,
cui presso ogni altro è vile,
baciando l’altra,
ch’a baciar l’invita,
al fin ne more, e quel morir è vita.
Sopra scrivi delle due Afroditi, amor sacro e amor profano, ma non rispondi alla mia domanda… che ti rivolgo ora più esplicita:
Può, chi ama, desiderare altro amore? O deve invece morire l’amore per provare nuovo amore?(scusa la ripetizione)
Deve spegnersi la passione per accendere l’estasi?
Credo di sì, la passione impigrisce i sensi e ci pare di non aver bisogno d’altro che di ri-cercare la passione.
Il fuoco dell’estasi si accende nel buio profondo della solitudine, quando la vita tace e il bacio d’amore ha già assorbito ogni respiro.
Parliamone. AC
Renzo Manetti
Quali domande, Angela! Io non so rispondere…
Non so se davvero la visione estatica si spalanchi quando il bacio ha assorbito il respiro ed i sensi si assopiscono. Forse solo allora, nella morte di bacio come la chiamano i mistici ebraici, si apre il senso sublime che permette di andare oltre. Come il sonno spalanca le porte al sogno ed alla profezia, così il silenzio dei sensi spalanca la porta alla luce che illumina ciò che era oscurato e invisibile.
Ma in ogni caso l’Amore è la chiave di tutto: l’Amore per il creato, l’Amore per la vita, l’Amore per la propria donna o per il proprio uomo.
Che differenza c’è fra Amore e Passione? Fra Amor e Voluptas? Chi precede e chi segue? La passione non impigrisce i sensi, a mio parere, ma assopisce il senso ultimo, il sesto, o meglio quello che non ha numero. E penso che Amore induca Passione, ma che a sua volta Passione introduca nuovamente ad Amore e che questo secondo Amore, depurato da ogni scoria, sia la Porta per il silenzio dei sensi e per l’estasi: la morte del bacio sulla bocca. “Osculor osculis oris suis…”
Allora i due amanti vivranno insieme il mistero della loro unità. Una persona sola, fin dall’inizio dei tempi presente nella Mente creatrice, destinata ad una temporanea divisione per la generazione della vita e per la generazione della sapienza.
A presto Angela…