Dante e i Fedeli d’Amore

Renzo Manetti, ordinario nella classe di Architettura dell’Accademia delle Arti del Disegno, si occupa da oltre un ventennio di iconologia e simbolismo.

Il nuovo libro esplora i significati del ciclo pittorico affrescato nel XIV secolo a Firenze nel Palazzo dell’Arte dei Giudici e dei Notai, tornando sul tema (già affrontato in precedenti pubblicazioni) di Dante e dei misteriosi destinatari dei versi della Vita Nuova, che il poeta definiva “fedeli d’amore”.

Dagli affreschi del palazzo emerge una visione sacrale di Firenze come Gerusalemme Celeste, insieme con i volti di Dante e Boccaccio, all’interno di un ciclo pittorico denso di esoterica spiritualità. Da quei volti, fra i più antichi che si conoscano, si dipana un filo sottile, fatto di tanti e convergenti indizi, che conduce a riconoscere l’esistenza di una vera e propria confraternita, la quale interpretava il Cristianesimo in chiave neoplatonica e gnostica.

La vicenda della fedeltà d’amore si snoda nel contesto della mistica profetica e sapienziale del Medio Evo, quella cristiana, quello islamica e quella ebraica, per giungere come un’anima profonda fino ai nostri giorni.

 

 

 

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